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A che punto siamo (2017)

Un giudizio positivo sulla transizione coordinata da Michela Delcò

A che punto siamo (metà novembre 2017)

Dopo un lungo periodo di silenziosa osservazione e attenta partecipazione si danno le condizioni per esprimere un giudizio ponderato sull’andamento del partito dei Verdi dopo la terribile sbandata del 2015. Due anni fa l’assemblea aveva chiuso la drammatica era Savoia (in realtà l’aveva già chiusa lui dopo le elezioni federali di ottobre) affidando il ruolo di coordinatrice a Michela Delcò Petralli, che si era messa a disposizione per un solo anno. Michela ha assunto il ruolo di traghettatrice con coraggio e determinazione e credo che ogni Verde debba esserle grato per il peso che si è caricata sulle spalle. Qualcuno potrebbe dire che in quel periodo ha accentrato troppo su di sé, sovraesponendosi parecchio, l’immagine del partito (che già usciva da un lungo e dannoso one man show). Penso che in quel frangente fosse invitabile, anche per il contesto mediatico in cui si è trovata a muoversi. Ha fatto bene e l’ha fatto bene.

L’assemblea del 19 novembre 2016 ha sostenuto la candidatura dei cinque co-coordinatori attuali (Usman Baig, Jessica Bottinelli, Massimo Collura, Ronnie David e Nicola Schoenenberger). Già allora, con un sostegno molto ampio al “nuovo corso”, si era visto che la crisi era riassorbita. Certamente in quell’occasione anche Tamara Merlo ci ha messo del suo, con un intervento tanto velenoso (benché indubbiamente audace) da lasciarla del tutto isolata. La situazione quel giorno era ormai chiara: da un lato il partito dei Verdi, dall’altra una metà del gruppo parlamentare. La frattura si è poi definitivamente consumata negli ultimi mesi e ha trovato il suo suggello formale nella decisione della Presidenza del Gran Consiglio in merito alla ripartizione del contributo finanziario al gruppo parlamentare. Una decisione apparentemente salomonica ma assai pesante per i Verdi e politicamente discutibile.

L’assemblea dell’11 novembre 2017 ha confermato il sostegno all’attuale coordinamento e ha messo in luce, oltre a una ritrovata serenità, una fiducia nel futuro magari eccessiva ma certamente promettente. Anche il posizionamento politico nel contesto cantonale è ora più chiaro, e lontano dalle rumorose strategie acchiappavoti che avevano caratterizzato la fine della precedente legislatura. Un problema serio rimane quello della difficoltà di allargare il numero di chi lavora attivamente ai vari livelli (dalla strada ai luoghi istituzionali), ma non si tratta certo di un problema specifico dei Verdi.

In questi due anni tutte le persone che nel 2014-15 avevano partecipato alle riunioni periodiche di “Orizzonte verde” si sono ricollegate, da iscritte o da indipendenti, all’attività del partito: sia a livello cantonale (nel coordinamento o in comitato), sia a livello locale (nei consigli comunali o nell’attività dei gruppi di base). Questo sito, nato in un momento in cui i Verdi rischiavano di essere trascinati verso il disastro, rimane un luogo in cui ospitare idee e contributi che possano favorire un “orientamento verde” della società. Si spera che ogni tanto questi materiali possano essere occasione di dibattito all’interno del partito dei Verdi che (questo è un altro problema) tende a essere interamente assorbito dalle urgenze dell’agenda politica cantonale o locale, senza il tempo di fermarsi a guardare le sfumature dell’orizzonte con la necessaria concentrazione.

Danilo Baratti

 

Pubblicato su www.orizzonteverde.ch, sito non più attivo. Proprio mentre si stavano caricando questo articolo e di altri materiali, nel novembre 2017, il sito è stato contaminato e di conseguenza chiuso. Peccato perché vi avevamo raccolto, oltre ai comunicati di Orizzonte Verde, parecchi documenti interessanti usciti qua e là.

Verdi, 2017, Orizzonteverde

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