Il problema e l’epifenomeno (2016)
Il can can sul "caso" Bosia Mirra e la realtà quotidiana dei migranti
Il problema e l’epifenomeno
Il can-can sollevato dai media e da buona parte del mondo politico cantonale intorno al fermo di Lisa Bosia Mirra non fa che confondere le cose, distogliere lo sguardo, sviare la questione. Ecco gli ambienti xenofobi stracciarsi le vesti di fronte alla violazione della legge e chiedere dimissioni immediate o auspicarle a inchiesta conclusa. Ecco la stampa cavalcare il caso, magari utilizzando, anche nei titoli, il termine di «passatrice» (apparentemente tecnico ma di fatto infamante). Ecco i socialisti distanziarsi in fretta e furia dalla propria deputata e affermare che «la legge può essere caso mai contestata, ma non violata», e augurarsi che la stessa deputata si tolga di torno, come ha fatto capire, nemmeno tanto velatamente, il presidente Righini (La Regione Ticino di venerdì 2 settembre; è vero che il giorno dopo lo stesso Righini ha tentato goffamente, sullo stesso giornale, di correggere un po’ il tiro).
Immagino che chi abbia davvero a cuore il rispetto dei diritti umani codificati, e della dignità umana in generale, ritenga questo episodio relativamente marginale. Il vero problema restano le ragioni che spingono questi disperati a lasciare il loro paese, le prove indicibili che si trovano a vivere sul loro cammino, le condizioni in cui stazionano in qualche lembo d’Europa (nel nostro caso la stazione di Como) in attesa di arrivare da qualche parte per iniziare, forse, una vita vivibile. A parte i dettagli, che verranno poi illustrati dall’inchiesta in corso, la sostanza della vicenda Bosia Mirra è già chiara nelle parole di don Giusto della Valle, parroco di Rebbio impegnato nell’assistenza ai migranti: «Se la Svizzera rispettasse i diritti dei migranti, incominciando dai minori, non ci sarebbe bisogno dei passatori. Può anche aver sbagliato, ma lo ha fatto per una causa giusta. Ha violato la legge sull’immigrazione? Quante violazioni avvengono quotidianamente sul confine?» (sempre La Regione del 2 settembre).
Mentre scorrono fiumi di inchiostro sul caso, la situazione drammatica dei migranti continua a essere la stessa. Mentre si parla, se va bene, dei migranti alle porte della Svizzera ci si dimentica delle decine di migliaia di disperati bloccati in Grecia. Non fanno più notizia, ma sono ancora lì. E lì, come qui, ci sono volontari che cercano di occuparsi di loro pensando non agli articoli di legge ma ai bisogni reali. Si legga per esempio quanto racconta Ileana Heer, nell’ultimo “bollettino” dalla Grecia: www.orizzonteverde.ch/•••
Danilo Baratti
(4 settembre 2016, pubblicato su www.orizzonteverde.ch, sito non più attivo)
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