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Verdi a Lugano: un bilancio triennale (2007)

Materiali di una conferenza stampa del settembre 2007, interessanti per un confronto con l’oggi

Verdi a Lugano: tre anni e mezzo di attività (2007)

La presenza dei Verdi nel Consiglio comunale risale all’inizio di questa legislatura e quindi ha una storia breve, ma a tre anni e mezzo dall’avvio di questo impegno ci pare possibile e utile tracciarne un pubblico bilancio. Con due soli rappresentanti (Gianni Cattaneo e Cristiana Zenari, sostituita dopo un anno da Fabio Guarneri) e con poca esperienza, i Verdi hanno saputo produrre una serie rispettabile di osservazioni e proposte all’indirizzo del Municipio e del Consiglio comunale, spesso soli, a volte in collaborazione con rappresentanti di altri partiti. L’elenco allegato li presenta in ordine cronologico. Scorrendo l’elenco dei nostri interventi si può notare come in Consiglio comunale abbiamo lavorato su due livelli: il primo generale, teso a esigere e a definire un orientamento politico complessivo della città nella direzione della sostenibilità. Il secondo più settoriale e puntuale, con proposte realizzabili a breve e medio termine.

A caratterizzare il primo livello è proprio il nostro atto politico iniziale, l’interpellanza dell’8 luglio 2004 in cui si chiedeva: «a che punto è, se c'è, l'elaborazione di una strategia complessiva tesa ad alleggerire l'impronta ecologica della Città di Lugano?». Naturalmente questa strategia complessiva non c’era, e non c’è nemmeno oggi. Quasi tutti gli interventi successivi – quelli che chiedono l’uso di carta riciclata, l’adozione dei criteri Minergie, la produzione di biogas, la promozione l’acquisto di energia prodotta da fonti rinnovabili, l’acquisto di prodotti del commercio equo, l’introduzione del bike-sharing e altri ancora – discendono da questa volontà di riduzione dell’impronta ecologica della città[1].

Accanto a interpellanze, interrogazioni e mozioni – gli strumenti di intervento principali di un piccolo partito assente dall’esecutivo e poco presente nelle commissioni – vanno segnalati anche i brevi interventi a commento di preventivi e consuntivi, che hanno sempre cercato di spostare il discorso dal piano meramente contabile a quello politico, dalle somme alle scelte di fondo, proponendo anche un riesame delle pratiche amministrative. A commento del consuntivo 2005 avevamo detto: «Visto che per noi Verdi la riduzione dell’impronta ecologica della città rappresenta un obiettivo fondamentale, riteniamo necessario un ripensamento della pratica contabile comunale, con l’introduzione di criteri che permettano di valutare, di anno in anno, lo sforzo messo in atto dalla città nella direzione della sostenibilità. Lo strumento da qualche anno esiste, ed è il bilancio ambientale». L’intervento di entrata in materia del preventivo 2006 invitava a prendere seriamente in considerazione il dibattito sviluppatosi negli ultimi anni intorno al tema della decrescita: un nodo per noi fondamentale che prima o poi andrà affrontato[2]

Al di fuori dell’attività in Consiglio comunale, segnaliamo la serie di escursioni che abbiamo chiamato mini-trekking, occasioni di conoscenza del territorio di cui vogliamo occuparci e dei suoi problemi. Questa mappetta contiene anche un elenco di queste uscite con una breve descrizione.

Per finire ricordiamo la conferenza proposta il 22 maggio 2007 sul tema «Il software libero nella pubblica amministrazione», con Lorenzo de Carli (SUPSI) e Mariella De Meo (Università di Torino), momento di pubblico approfondimento legato all’interpellanza sullo stesso argomento presentata il 14 maggio dai due Consiglieri comunali verdi.

Danilo Baratti, settembre 2007

 

Un Municipio piuttosto sordo

Negli interventi di entrata in materia di consuntivi e preventivi abbiamo invitato ripetutamente il Municipio ad accompagnare i conti con indicazioni politiche invece di limitarsi a commentare tecnicamente alcune voci di spesa. Finalmente in occasione dell’ultimo preventivo qualche passo in questo senso è stato fatto, ma abbiamo dovuto constatare che la dimensione della sostenibilità era del tutto assente dal messaggio municipale, mentre ricorrevano espressioni come «motori dello sviluppo economico», «polo di crescita», «incrementare la competitività di Lugano rispetto alla realtà globale», «city marketing». Anche quando si parlava di «balzo di qualità» sembrava prevalere una lettura di fatto quantitativa, legata all’espansione territoriale e alla «visibilità nazionale e internazionale della Nuova Lugano». Sono passaggi rivelatori della visione del mondo di chi governa la città: molto lontana da quella dei Verdi.

Se bilancio della nostra attività può ritenersi soddisfacente per numero e qualità delle proposte, lo è meno per quel che riguarda la loro accoglienza. Spesso il Municipio si è rivelato sordo ai nostri argomenti o ha fornito risposte evasive e senza seguito concreto. Più attento è stato in qualche occasione il Consiglio comunale, dove siedono alcune persone che hanno dimostrato una certa sensibilità ambientale. Un esempio recente è quello dell’introduzione delle biciclette pubbliche, proposta da consiglieri di vari partiti, che pur osteggiata dal Municipio è stata accolta dal legislativo. 

Tuttavia, proprio nelle ultime settimane c’è qualche segnale positivo anche da parte dell’esecutivo. Ci riferiamo all’accoglimento della nostra mozione sul biogas e alla decisione della Città di aderire al progetto Elettronatura e quindi di acquistare alle AIL una quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Tutti i giornali il 22 agosto hanno dato rilievo a quest’ultima decisione – «Energia rinnovabile per Palazzo Civico» (CdT), «L’esempio viene dall’alto e la città tifa “sostenibile”» (GdP), «Lugano: “M’illumino di verde”» (La Regione) – ma solo il primo ha ricordato che questo passo è stato chiesto (a due riprese) dai consiglieri comunali verdi. 

Queste ultime decisioni vanno nella giusta direzione ma, in assenza di un progetto complessivo di politica sostenibile, rappresentano ancora delle eccezioni.

Fra poco il Consiglio comunale sarà chiamato a discutere il consuntivo 2006. Abbiamo deciso di astenerci, e questa mancata approvazione non va intrepretata come una particolare sanzione all’attività di questo o quel dicastero, o una sfiducia nel lavoro contabile dell’amministrazione, ma come un gesto politico col quale affermiamo di non riconoscerci nell’orientamento complessivo della politica comunale.

Fin quando non percepiremo la volontà di una svolta decisa e coerente nel senso da noi auspicato, non voteremo più né i preventivi né i consuntivi.

Danilo Baratti, settembre 2007

 

I mini-trekking dei Verdi di Lugano

Nella primavera del 2005 abbiamo cercato una forma di conoscenza della Nuova Lugano che fosse nello stesso tempo occasione di incontro, di scambio, di ispirazione per l’attività politica. Sono nati così i mini-trekking/tracking, all’insegna del motto «conosci la tua città, per cambiarla». Li abbiamo chiamati così per gioco e non per anglofilia: trekking rimanda a un’escursione a piedi e a tappe, tracking allude invece a ricerca/inseguimento di tracce rivelatrici di una storia e di una politica. Le escursioni (non sempre a piedi, ma anche in bicicletta o con tratti su mezzi pubblici), aperte a tutti e annunciate tramite comunicato stampa, sono guidate da persone già attive e competenti nel campo che vogliamo toccare, non necessariamente vicine alle posizioni complessive dei verdi. I temi variano, e così varia di volta in volta anche il tipo di pubblico che ci accompagna: è questo, accanto alla scoperta di angoli e problemi della città, uno degli aspetti interessanti dei mini-trekking.

Alcuni itinerari sono stati e verranno riproposti, con aggiornamenti e varianti.

Questi i mini-trekking proposti fin qui:

Lugano città dei parcheggi (18 giugno 2005)

A Lugano ci sono troppi parcheggi: la città continua a favorire il traffico automobilistico privato, attirando veicoli verso il centro città con un'ampia offerta di parcheggi, vecchi e nuovi, pubblici e privati, legali e abusivi. Il primo minitrekking, condotto da Fabio Guarneri, ha voluto confrontare direttamente i partecipanti con questa realtà: anche per gli abituali frequentatori della città ci sono state interessanti sorprese.

Il problema dei parcheggi è un aspetto del problema più generale della mobilità, un tema centrale nell’attività dei Verdi a livello comunale, cantonale, nazionale, internazionale.

Alla ricerca del centro sociale autogestito (24 settembre 2005)

Il lungo itinerario che ripercorre la storia della rivendicazione e della presenza di un centro autogestito in città è stato percorso in bicicletta, con un paio di “occupanti” della prima ora. Il gruppo è partito da piazza Molino Nuovo (già punto di ritrovo di manifestazioni che, nei lontani anni Settanta, chiedevano un centro autonomo) per toccare i vari edifici che sono stati oggetto della pratica o del desiderio di autogestione: l’ex-termica di Cornaredo (ora Cinestar), i Molini Bernasconi di Viganello (ormai distrutti), la masseria Gervasoni e il grotto al Maglio alla Stampa, la vecchia sede dell’ACT a Cornaredo, l’ex Macello, attuale sede della comunità del Molino.

I Verdi hanno sempre sostenuto la positività delle esperienze di autogestione.

Tracce di storia urbana (22 ottobre 2005)

Ogni storia urbana è storia di demolizioni e ricostruzioni, ma sembra che Lugano abbia avuto, e continui ad avere, un gusto particolare per l’auto-distruzione. Una conferenza dell’architetto Tita Carloni seguita da una passeggiata lungo alcune vie della città, prima quelle legate al borgo medievale (via Nassa, ma anche aree stravolte come piazza Dante), poi le zone più rappresentative della città borghese di fine Ottocento-inizio Novecento (via Lucchini e i suoi palazzi). Nel corso dell’escursione, che si è conclusa a Molino Nuovo, non sono mancate le occasioni per constatare, in relazione a edifici più recenti, la mancanza di una visione urbanistica leggibile e coerente.

Alla scoperta dell’efficienza energetica: tre esempi (14 gennaio 2006)

Il Ticino è molto in ritardo nell’applicazione dei principi di efficienza energetica, sia in ambito pubblico che privato. Non manca qualche lodevole eccezione. Il quarto mini-trekking ha focalizzato l’attenzione su tre differenti edifici ad alta efficienza energetica: i prefabbricati del Liceo di Lugano1 (prima realizzazione pubblica Minergie in città, illustrata dal progettista arch. Lorenzo Felder), la sede della GastroTicino in via Gemmo (con impianti d’avanguardia illustrati dall'arch. Lo Riso) e una casa privata di Loreto, dove l’arch. Luca Giordano Bisogno e il padrone di casa, ing. Luigi Ferrari, hanno presentato l'impianto geotermico-solare dell'abitazione.

Il Pian Scairolo tra anfibi e centri commerciali (11 marzo 2006)

Il Pian Scairolo illustra, più di ogni altra regione, lo stravolgimento prodotto da una crescita disordinata. Ma dietro i centri commerciali e i capannoni, gli anfibi si ostinano a vivere e puntualmente preparano la loro uscita primaverile. Li abbiamo colti sul fatto l’11 marzo, in un’escursione in bicicletta che ha preso avvio dal Park&Ride delle Fornaci e ha esplorato gli aspetti naturalistici e pianificatori di questo paesaggio particolarmente sconvolto. La parte naturalistica, centrata sugli anfibi, il loro habitat, le loro abitudini, è stata condotta dal biologo Tiziano Maddalena (del centro di coordinamento per la protezione degli anfibi e dei rettili in Svizzera) e da Laura Ferrario, coordinatrice del gruppo anfibi del WWF. Una tappa al nuovo parcheggio a pagamento del centro commerciale di Lugano Sud, gestito dal Fondo Clima, ha permesso Giovanni Rengucci di illustrare questa particolare esperienza e a Werner Herger, segretario ATA, di fare il punto sui problemi urbanistici e viari della zona. 

Ville a rischio: la distruzione del patrimonio architettonico (25 marzo 2006)

L’ecatombe di ville e palazzine costruite tra fine Ottocento e inizio Novecento, in atto da decenni in una Lugano poco attenta alla sua storia architettonica e urbana, comincia finalmente a far parlare. Sono perlopiù i singoli casi (villa Stauffer, villa Antonietta, Villa Ramona…) a suscitare allarme, spesso in fase terminale, alla vigilia della demolizione. Su questo tema abbiamo proposto sabato 25 marzo il nostro sesto «minitrekking», introdotto e guidato dagli architetti Riccardo Bergossi, redattore della rivista Il Nostro paese, e Antonio Pisoni, presidente della Società ticinese arte e natura (STAN). Al centro dell’attenzione la demolenda villa Antonietta a Besso (ora rimpiazzata da un palazzo che si chiama, senza intenzione ironica, «residenza Antonietta») e il quartiere Montarina.

Le rive del lago: tra natura e intervento umano (16 settembre 2006)

Percorrendo il sentiero di Gandria i gitanti hanno potuto prendere contatto con una realtà molto varia: dai fenomeni erosivi visibili proprio sopra il parcheggio da cui parte il sentiero (oggetto di interventi recenti di contenimento) alla vita animale e vegetale che caratterizza la riva: i micromolluschi che vivono su alcuni tratti di roccia calcarea, gli uccelli che nidificano nei canneti lacustri in via di ricostituzione, le centinaia di cormorani (che divorano più di mezzo chilo giornaliero di pesce a testa)… Ma si è parlato anche, tra l’altro, dei problemi di pulizia del lago.

Accompagnatori: il biologo Luca Paltrinieri, il geologo e pescatore Urs Lüchinger e Marco Piotrkowski, presidente del Consorzio specchio d’acqua e rive del lago.

A 10 anni dall’occupazione del Molino: un itinerario tra le sedi del centro sociale (7 ottobre 2006)

Per il decennale una riproposta, con qualche variazione, del tour ciclistico del 24 settembre 2005.

La natura in città, primavera (28 aprile 2007) 

Un percorso dalla stazione FFS al parco Ciani, con il biologo Nicola Schönenberger, collaboratore di Pro Natura, alla ricerca di una biodiversità che si afferma sorprendemente in un ambiente, quello urbano, comunemente percepito come ostile alla vita vegetale spontanea. La strada ferrata ospita tra la sua ghiaia e i suoi margini aridi e polverosi una varietà impressionante di piante: circa 800 specie diverse, di cui un quinto fanno parte della lista rossa. Nel suolo secco ma ricco di azoto, fosforo e altre sostanze, i semi trasportati dai convogli ferroviari o dal vento si sviluppano e si alternano rapidamente. Soprattutto piante avventizie che approfittano di condizioni particolari che possono ricordare quelle di un greto di un corso d’acqua in secca. Altri ambienti osservati: i giardini di due vecchie villotte destinate all’abbattimento, poco sotto la stazione (conquistati da ailanti e olmi); una striscia di prato grasso fortunatamente lasciata a se stessa qualche passo più in là; un muro secco che ospita piante termofile, e poco dopo muri bagnati ricchi di muschi e di epatiche; un ambiente ruderale come il cantiere dell’ex-Palace, con erbe da prati secchi; infine la foce del Cassarate, inserita nella rete «smeraldo» dal WWF anche per la presenza di papiri nani.

Le pendici franose del Boglia (13 ottobre 2007), con il geologo Urs Lüchinger.

Un’escursione da Bre a Pregassova (passando per Cureggia) tra depositi marini del Quaternario e massi erratici lasciati dal ghiacciaio dell’Adda. Particolare attenzione è stata dedicata alla paleofrana di Cureggia (formatasi 15 mila anni fa) e agli stumenti di misurazione (inclinometro in zona Nava) e alle opere di contenimento (per es. cassoni in legno) degli attuali punti di scivolamento di materiali del quaternario.

 

[1] L’impronta ecologica è la quantità di terreno necessaria a sostenere il consumo di risorse e la produzione di scarti di una determinata popolazione. Dagli anni ’90 è uno dei criteri utilizzati per calcolare il «consumo di natura», il carico imposto alla natura dalle attività umane.

[2]  Concludevamo così: «Il discorso della decrescita, che prende le mosse dalla consapevolezza che una crescita infinita non è possibile in un mondo finito, mette in discussione il modello economicista che continua a orientare le nostre scelte politiche e ci spinge a cercare un’alternativa: nuovi punti di riferimento, nuove pratiche, nuovi valori, nuove relazioni ecologiche, economiche e sociali. Una cosciente presa di distanza dai modelli fondati sul principio della crescita ininterrotta può essere, se avviata per tempo e con la possibilità di gestire il cambiamento, una preziosa opportunità. Invitiamo il Municipio e il Consiglio comunale a prenderla seriamente in considerazione».

atti parlamentari, 2007, improntaecologica, Verdi

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