L'incendiario e i pompieri (2013)
Divergenze in seno ai Verdi amplificate dalla stampa e negate dalla segreteria
L’incendiario e i pompieri
Lo scorso 27 marzo il foglio gratuito «20 minuti» è uscito con un articolo, annunciato rumorosamente in prima pagina, in cui si intervistavano alcuni presunti “esponenti” dei Verdi che, in forma anonima, si esprimevano criticamente in merito alle posizioni del coordinatore Sergio Savoia. Leggendo l’articolo, apparso anche su Ticinonline, ho avuto l’impressione che nelle dichiarazioni messe tra virgolette risuonassero – smozzicate e ricucinate – le parole di un mio commento circolato internamente via mail. Anche altre persone che hanno letto quella corrispondenza hanno avuto questa stessa impressione. Nessuna intervista a persone reali quindi, ma un probabile falso giornalistico costruito sulla manipolazione di un’opinione interna giunta lì per vie ancora oscure. E ciò spiega lo strano anonimato di quelle voci. Ma ammettiamo pure (ipotesi ben più remota) che il giornalista abbia ripreso qualche conversazione orecchiata al bar o nei pressi di una bancarella. In ogni caso un lavoro da mestatore, per il modo (e le finalità?) in cui le informazioni sono state proposte ai lettori.
Resta il fatto che almeno in parte il contenuto dell’articolo è verosimile, rispecchia una diversità di opinioni effettivamente presente nei Verdi. Da come percepisco le cose, direi che un’ampia maggioranza nel partito non mette in dubbio le scelte strategiche e tattiche del coordinatore. E tuttavia, per esempio, in merito ai suoi toni accondiscendenti e ammiccanti nei confronti della Lega (e del suo defunto presidente a vita) diverse voci critiche, tra cui la mia, si sono fatte sentire. Tutto qui. Un fatto salutare e, direi, “normale”. I Verdi, anche se a volte tendono a dare o a darsi questa impressione, non sono né una simpatica famigliola unita e armoniosa, né una squadra sportiva entusiasticamente compatta in vista dell’obiettivo supremo della vittoria: sono un’associazione politica in cui vi sono differenze di vedute e dibattiti interni. Da questo punto di vista, un partito come un altro, per fortuna; anche se a molti giornalisti piace ridurlo alla figura e alla parola di Savoia.
Mi hanno quindi stupito sia il tono da scoop dell’articolo, sia il comunicato emesso in tutta fretta dal partito, in cui si attestava perentoriamente che i Verdi «confermano la piena fiducia al loro coordinatore», come se fossimo davvero, così suggeriva con enfasi «20 minuti», alla vigilia di un ammutinamento. Con i suoi toni eccessivi, col suo slancio negatore (o perlomeno minimizzante), il comunicato finiva quasi per dar credito alle gonfiature del giornalista.
Per concludere, mi pare che le due uscite, la mossa perfida del giornalista e l’arrocco del partito, siano tra i vari frutti indigesti di questo clima greve di campagna elettorale.
Danilo Baratti, Soragno
(L’incendiario e i pompieri, «Corriere del Ticino», 5 aprile 2013)
CorrieredelTicino, Verdi, 2013
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