Aereo e gite di studio del Liceo di Lugano1 (2007)
Per l'introduzione della compensazione del CO2 nelle gite scolastiche in aereo. Proposta accolta dal collegio docenti
Proposta di cambiamento del regolamento delle «uscite culturali»
Come si è detto nel corso dell’ultimo collegio, le cosiddette «uscite culturali» o «gite di studio» meriterebbero un ampio ripensamento. Qui mi limito a proporre un piccolo cambiamento per le gite del quarto anno, partendo da quattro semplici considerazioni.
a) Le condizioni poste dal regolamento (limitazione dei giorni e della spesa) e la recente evoluzione del mercato dei trasporti portano quasi inevitabilmente a scegliere l’aereo come mezzo di trasporto.
Da un lato gli studenti propendono per mete urbane e lontane (altrimenti che gita di studio è?): Barcellona e Praga in prima fila. Andarci in treno diventa irragionevole, sia per i pochi giorni a disposizione, sia per il costo del biglietto. Con l’affermazione delle compagnie aeree low-cost la ferrovia è messa decisamente fuori gioco.
b) Il traffico aereo provoca già oggi il 10 per cento dell’effetto serra mondiale[1]. Esploso con viaggi low-cost, il traffico aereo è la fonte di emissioni di gas serra che cresce più in fretta: rispetto ai dati del 1990, l’effetto serra da aviazione civile potrebbe triplicarsi entro il 2050.
c) Esistono forme e pratiche, sempre più diffuse, di compensazione dell’anidride carbonica emessa. Recentemente il comune di Arosa, per fare un esempio, ha deciso di compensare il CO2 prodotto dai turisti per raggiungere quel luogo di villeggiatura.
d) La scuola è un’istituzione educativa.
Queste premesse suggeriscono l’evidente conclusione: se la scuola è un’istituzione educativa, deve contribuire alla formazione di persone responsabili di fronte alla società e all’ambiente. Il tema dell’emergenza ambientale è presumibilmente trattato nelle ore di insegnamento, ma la scuola può (deve) anche farsi promotrice di buone pratiche che diano visibilità e concretezza a scelte che possono ridurre la nostra – personale e collettiva – «impronta ecologica»[2]. Per esempio vincolando l’uso dell’aereo nelle gite di quarta alla compensazione, almeno parziale, delle emissioni di CO2.
Chiarisco brevemente alcuni aspetti del problema e la soluzione proposta.
I biglietti aerei costano poco anche perché il kerosene è «esentasse». Quindi, nel caso dei voli aerei, nessuna «verità dei costi». Il costo dell’inquinamento non grava sul singolo passeggero o sulle compagnie ma sull’intera società: un bell’esempio di esternalizzazione dei costi. Oggi si comincia perlomeno a parlarne: l’Europarlamento ha chiesto un pacchetto di misure volte a promuovere la tassazione del kerosene e l’eliminazione di incentivi fiscali che falsano la concorrenza. Vedremo.
Torniamo alle gite. Il peso pro-capite di una trasferta si può calcolare in vari modi. Indicando il consumo medio di energia, per esempio, da Zurigo a Barcellona si consumano 1910 Megajoule a testa viaggiando in treno, 5160 MJ in aereo: dati che parlano da soli e che sarebbe bene conoscere prima di partire[3]. Più semplice è calcolare il CO2 pro capite prodotto. Vari siti (come www.myclimate.ch, www.climatecare.org o www.chooseclimate.org) forniscono rapidamente il risultato: basta inserire l’aeroporto di partenza e di arrivo. Così per Milano-Barcellona e ritorno la quota di ogni viaggiatore corrisponde a 429 kg di anidride carbonica.
La scelta meno dannosa è ovviamente quella di privilegiare i mezzi di trasporto meno inquinanti, come il treno. Ma vi sono varie possibilità di compensare il CO2 emesso, finanziando la produzione di energie rinnovabili (e quindi contribuendo a far sì che altri possano consumare energia senza aumentare le emissioni globali). Questo meccanismo di compensazione evidentemente non è la soluzione: merita però di essere sostenuto come forma transitoria di contenimento delle emissioni e come momento di presa di coscienza e di assunzione di un problema.
In Svizzera si può fare capo alla Fondazione Myclimate[4], che investe i versamenti inviati dai viaggiatori «responsabili» in progetti di produzione energetica locale, pulita e rinnovabile, in varie parti del mondo: per esempio la costruzione di impianti solari nell’Himalaja indiana e in Eritrea, il rinnovamento di piccoli impianti idroelettrici a Sumatra, la produzione di energia da biomassa nello stato indiano del Bihar. Myclimate, associazione non-profit ufficialmente riconosciuta, sostiene e realizza in paesi del «Sud del mondo» progetti che offrono garanzie di durare nel tempo, di coinvolgere intere comunità e di creare lavoro per le popolazioni locali.
Per i voli aerei Myclimate propone la compensazione integrale del danno o una più simbolica mezza compensazione
Con questa scelta il nostro istituto si potrà profilare positivamente sul terreno della sensibilità ambientale e dell’impegno educativo. L’acquisizione di consapevolezza da parte degli studenti potrebbe inoltre avere ricadute positive anche fuori dal mondo della scuola: amici, famiglie…
Proposta formale:
Per le uscite lunghe di quarta l’uso dell’aereo è consentito a condizione che siano compensate le emissioni di CO2.
Il docente responsabile dell’uscita informerà la classe sul senso di questa disposizione e consegnerà poi alla direzione, con il consueto resoconto della gita, la ricevuta che attesta l’avvenuta compensazione delle emissioni di CO2.
Danilo Baratti, marzo 2007
(proposta poi accolta dal Collegio dei docenti del Liceo di Lugano 1)
[1] Secondo l’Intergovernmental panel on climate change (IPCC) dell’ONU, 600 milioni di tonnellate annue di CO2, combinate con ozono, ossidi di azoto, fuliggine, scie di vapore acqueo condensato (dati in armonia con quelli calcolati da Paul Wennberg del Massachusetts Institute of Technology). Il contributo dell’aviazione commerciale alle emissioni globali di CO2 è pari al 3,58%, ma l’effetto riscaldante si calcola applicando un coefficiente di 2,7 che tiene conto del fenomeno di «radiative forcing» (forzatura radiativa), i cui fattori sono elencati all’inizio di questa nota. Sulla forzatura radiativa si veda per es. www.atmosphere.mpg.de (Traffico aereo e clima).
[2] È la quantità di terreno necessaria a sostenere il consumo di risorse e la produzione di scarti di una determinata popolazione. Dagli anni ’90 è uno dei criteri utilizzati per calcolare il «consumo di natura», il carico imposto alla natura dalle attività umane.
[3] Dal catalogo SSR Voyages, Voyages intervilles (ed.1998).
[4] La fondazione, presente anche in Germania e negli Stati Uniti, è attiva dal 2002 per iniziativa di un gruppo di studenti del Politecnico federale di Zurigo, intenzionati a neutralizzare una loro trasferta in Costarica per una conferenza internazionale sullo sviluppo sostenibile.
Myclimate – The climate protection Partnership, Technoparkstrasse 1, 8005 Zurigo.
[5] La questione in realtà è più complessa, perché si possono compensare le emissioni all’estero, nei «paesi poveri», o nel paese stesso, nel nostro caso in Svizzera. La seconda opzione è ecologicamente più corretta, ma il contributo andrebbe almeno triplicato.
2007, improntaecologica, scuola, aereo
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